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I TRE RIFIUTI DEL PERFEZIONISTA

I TRE RIFIUTI DEL PERFEZIONISTA

Riprendiamo il discorso analizzando in dettaglio i tre rifiuti che intrappolano in un loop il perfezionista ( leggi QUI l’articolo precedente ).

Rifiuto del Fallimento

Se combatti contro il perfezionismo non funzionale, molto probabilmente hai cancellato dal tuo lessico la parola fallimento. Non centrare il target non è ammissibile.

Una volta scelto l’obiettivo, il perfezionista pretende di raggiungerlo seguendo un percorso diritto come una corda tesa da un punto ad un altro. Ritiene che l’unica strada percorribile sia perfettamente diritta.

E teso solo al risultato, non comprende che quel che davvero conta è il viaggio, l’esperienza in sé: sbagli, errori, i cambi di direzioni sono parti essenziali del processo.

Questa percezione nasce da una visione binaria. Tutto o niente. Buono o cattivo. Successo o disfatta. La visione bianco/nero è estremamente riduttiva, si perdono infinite sfumature.

Il perfezionista detesta la critica, non contemplando margine di errore. Severo, intransigente con sé stesso (spesso con gli altri) non comprende “la preziosità dell’errore”.

Ecco che allora se sei un perfezionista potrebbe essersi creato un retro pensiero nella tua mente: se non faccio nulla sicuramente non sbaglio!

L’evitamento del fallimento ti blocca in una sorta di loop, dove al progetto iniziale si sostituiscono procrastinazione ed immobilismo.

Rifiuto delle emozioni negative

Se sei un perfezionista, un’altra difficoltà che nasce dal tuo ragionare per contrapposizioni, o tutto bianco o tutto nero, è il convincimento che si debba essere sempre felici, e che la felicità sia data da un’interminabile e continua fila di giorni perfetti, pieni di successi e riconoscimenti esterni.

Mai una debacle, mai uno scivolone, mai un momento no.

Diciamocelo, ci viene insegnato molto presto a controllare le emozioni, soprattutto quelle più complesse. Invidia, paura, rabbia, gelosia, insicurezza.

Il perfezionista è un gradino oltre il controllo, le evita assolutamente.

E’ convinto di dover esercitare un controllo assoluto in ogni aspetto della sua vita, e questi movimenti dell’anima vanno a deformare l’immagine di perfezione al quale ambisce.

Ma come diceva Jung tutto ciò che rimuoviamo ci agisce, è praticamente impossibile reprimere completamente le emozioni. Tanto più le reprimi, tanto più si manifestano, in modi imprevedibili e anche destabilizzanti.

Si trasformano da un’esperienza emotiva magari complessa ma “naturale” e condivisibile ( leggi come : sperimentata del genere umano ) , in stati emotivi tossici .

Rifiutando le emozioni negative il perfezionista rischia quindi di sviluppare reazioni impulsive, o comportamenti compulsivi, finendo per essere agito da ciò che più teme. Perde la preziosa opportunità che deriva dal fare spazio a questo sentire.

Ciascuna emozione, anche la più complessa, reca con sé un messaggio importante dal nostro centro.

Ad esempio la rabbia, così biasimata e temuta, è un campanello prezioso che suona ogni qual volta qualcuno o qualcosa sta invadendo il nostro spazio o i nostri bisogni e valori non sono riconosciuti.

Rifiuto del successo I TRE RIFIUTI DEL PERFEZIONISTA

Sempre a causa della visione binaria del perfezionista, sempre teso al raggiungimento del target, di fondo una delle condizioni esistenziali che più consumano il quotidiano di queste persone è l’insoddisfazione perenne.

Che abbia fatto tanto o poco, che abbia centrato uno o mille obiettivi, il perfezionista non è mai sazio.

E come se osservasse tutto attraverso un binocolo, vede solo in fondo, la visione laterale si perde.

Si focalizza solo sul punto lontano e non sa cosa c’è intorno; ossessionato da un’ideale di perfezione, anche nelle situazioni più riuscite, basta un piccolo dettaglio per inficiare il valore e la possibilità di godere di tutto il resto.

Imperversa un senso continuo di insoddisfazione, che nasce dall’incapacità di trovare gioia e provare gratitudine per tutto quello che già è manifesto, e parallelamente dal fissare la propria attenzione solo ed esclusivamente su ciò che manca.

In questo modo il perfezionista sarà sempre insoddisfatto: tende a dare per scontato quello che ha, quello che c’è di buono, e concentra l’attenzione su quello che manca. I TRE RIFIUTI DEL PERFEZIONISTA

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