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BISOGNI E FELICITA’

Stamattina navigando in internet mi è parso di percepire il bisogno imprescindibile di avere l’outfit numero 02 adocchiato sul sito di una famosa casa di moda, e poi di prenotare una meta esotica e poi fare un massaggio rilassante…Al di la di questi impulsi emotivi che nel mio caso nascono da una momentanea insoddisfazione esistenziale di fondo, cosa si intende per bisogno?
BISOGNO /bi’zoɲo/ s. m. [lat. mediev. bisonium, di origine germanica, prob. dal franco ✻bisunnia “cura”]. – 1. [mancanza di qualcosa di necessario] ≈ esigenza, necessità.
  • il mancare, il non disporre di una cosa necessaria; necessità, esigenza [+ di, che]: bisogno di cibo, di soldi, di svago; sente il bisogno di andare in vacanza; sento il bisogno che tu mi chieda scusa |in caso di bisogno, se occorre | mancanza di mezzi; povertà, indigenza: vivere nel bisogno; essere, trovarsi nel bisogno
  • la cosa che occorre, ciò che è necessario: provvedere ai bisogni dei figli
  • (econ.) necessità o desiderio di un bene o di un servizio che, quando si accompagna a un adeguato potere d’acquisto, si traduce in domanda
  • (psich.) stato di tensione, che influenza il comportamento, dovuto alla mancanza di qualcosa che risponde alle esigenze psicologiche dell’individuo; motivazione .
Per aiutarci a capire meglio il concetto possiamo fare riferimento a Maslow e le sue teorie. Possiamo definirlo psicologo umanista, sosteneva l’assunto secondo il quale in tutti gli esseri umani è innato il buono, un potenziale unico e prezioso, che andrà scoperto e manifestato. La sua teoria opera una distinzione tra bisogni fondamentali e bisogni superiori, il grafico a forma di piramide ci rende immediatamente il senso di questo concetto.
Maslow
Maslow osservava come sia essenziale poter soddisfare i bisogni fondamentali in prima istanza, per poter poi permettere al soggetto di percepire e realizzare bisogni “più alti”, Se ho fame o freddo o sete molto difficilmente potrò pensare anche al mio bisogno di socializzazione o relazioni sociali.
I bisogni fondamentali nascono da una necessità imprescindibile, a livello di sopravvivenza fisica se consideriamo il primo gradino della Piramide.
Via via che questi vengono soddisfatti ,saliamo i gradini che ci portano a bisogni sempre più elevati, dei meta bisogni, che nascono dalla spinta alla realizzazione del buono e del proprio progetto di vita, insiti in ciascuno di noi.
I cinque gradini della piramide rappresentano altrettanti gruppi di bisogni.
Primo gradino – BISOGNI FISIOLOGICI
Sopravvivenza a livello fisico, alimentazione, riproduzione
Secondo gradino – BISOGNI DI SICUREZZA
Protezione, sistema di regole, stabilità, dipendenza
Terzo gradino – BISOGNI AFFETTIVI
L’uomo è un animale sociale, quindi ha bisogno di relazioni affettive, famiglia, riconoscimento, appartenenza
Quarto gradino – BISOGNI STIMA E AUTOSTIMA
Consapevolezza del proprio valore, riconoscimento del proprio valore da parte di terzi , rispetto, fiducia
Quinto gradino – BISOGNO DI AUTOREALIZZAZIONE
Autorealizzazione intesa come massima capacità espressiva della propria unicità, della propria personalità, del proprio talento.Il bisogno di “diventare” ciò che si E !
Ora che abbiamo chiaro il concetto di bisogno possiamo porci LA domanda : di cosa ho bisogno ora?
Potrebbe sembrare facile rispondere , ma lo è solo in apparenza. Perché per rispondere dobbiamo essere in contatto con nostro nucleo profondo , li dove alberga quella parte di noi che sente i bisogni .
L’accesso è consentito solo se abbiamo una sana autostima, che ci radica in profondità .
Se riconosciamo il nostro UNICO ED ASSOLUTO VALORE allora sappiamo quali sono le nostre esigenze autentiche, quelle che ci permettono di rispondere alla chiamata del nostro SE. Rispondere a questa chiamata ci permette di far interagire pensieri, emozioni e azioni in modo coordinato e consono. Con il risultato di essere sincronici ed armonici con noi stessi e l’ambiente che ci circonda. In modo più immediato siamo felici.
Mi sono resa conto che purtroppo non è affatto immediato sapere quali sono i propri bisogni e, anche riconoscendoli, manifestarli.
Malinteso assai diffuso quello che ci porta a credere che affermare le proprie necessità possa essere in una qualche misura sbagliato ed egoistico. Malinteso ancora più pernicioso quello che ci fa pensare di non avere determinati bisogni .
Ancora una volta è nell’infanzia che possiamo ritrovare l’origine di questo limitante sentire. Quando i nostri genitori non sono stati attenti e disponibili emotivamente, non sono stati in grado di tradurre le nostre richieste e darci adeguate e tempestive riposte.
Immaginiamo un bambino piccolo che porta fuori i suoi bisogni più elementari, quindi come abbiamo visto nutrizione, accudimento, protezione. E una scarsa risposta emotiva e fattiva degli adulti di riferimento.
Dopo un crescendo di pianto, che passa dalla rabbia alla disperazione al lamento , ecco che il bambino sembra placarsi.
Sembra, perché quello che fa è ripiegarsi in se stesso, smettendo di chiedere, sperimentando un senso di impotenza assoluta.
Altrimenti può essere anche una sorta di comportamento appreso, vedendo che i nostri genitori per primi non si permettono mai di portare fuori bisogni , che non siano i più elementari.
O ancora perché membri della nostra famiglia per varie difficoltà i hanno fagocitato tutte le attenzioni e disponibilità possibili, e a noi bambini viene più o meno esplicitamente detto che c’è qualcuno che merita di più, o va messo innanzi a noi . E’ questo il meccanismo che ci porta a disimparare a riconoscere i propri bisogni, o comunque a subordinarli al soddisfacimento di quelli dell’altro.
Va da se come sia essenziale per poter ambire ad sufficiente grado di felicità personale riconoscere e a sentire come importanti i propri bisogni.

Se lo abbiamo “dimenticato” o non ne siamo mai stati consapevoli potremo lavorare in profondità , sulle emozioni.

Riconoscendo e sanando le antiche ferite emotive interiorizzate , per riconoscere e manifestare la nostra essenza più autentica e il suo progetto evolutivo. .

 

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